A proposito di calendari... che fine hanno fatto i giorni dal 5 al 14 ottobre del 1582?
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Il calendario giuliano prevedeva già i dodici mesi e l'anno bisestile ogni quattro anni. Tuttavia i calcoli approssimativi con cui si era calcolato il ciclo del sole portava alla perdita di un giorno ogni 128 anni rispetto all'equinozio primaverile. Così dal 46 a.C. al 1582 d.C. l'equinozio primaverile si era spostato di circa dieci giorni rispetto alla data del calendario.
Già nel XIII secolo gli astronomi erano a conoscenza di questo errore di calcolo, tanto che Dante ne dà notizia nel XXVII del Paradiso («Ma prima che gennaio tutto si sverni/
per la centesima ch'è là giù negletta», vv. 142-3) . Papa Gregorio XIII ebbe il merito di avere trovato una soluzione a tale problema. L'interesse di papa Boncompagni però non riguardava l'astronomia, bensì la correttezza della determinazione della domenica di Pasqua. La domenica di Pasqua, infatti, è la prima domenica successiva al primo plenilunio di primavera: era quindi necessario stabilire con precisione l'equinozio di primavera e fissarlo correttamente al calendario.
per la centesima ch'è là giù negletta», vv. 142-3) . Papa Gregorio XIII ebbe il merito di avere trovato una soluzione a tale problema. L'interesse di papa Boncompagni però non riguardava l'astronomia, bensì la correttezza della determinazione della domenica di Pasqua. La domenica di Pasqua, infatti, è la prima domenica successiva al primo plenilunio di primavera: era quindi necessario stabilire con precisione l'equinozio di primavera e fissarlo correttamente al calendario.
Con la bolla Inter gravissima papa Gregorio XIII stabiliva che per l'anno 1582 dal giovedì 4 ottobre si passasse direttamente al giovedì 15 ottobre il giorno successivo. In questo modo veniva ristabilita la concordanza tra il calendario solare e quello civile. Per evitare che dopo secoli si ripresentasse lo stesso problema papa Gregorio stabilì, che gli anni, la cui numerazione è multipla di 100 fossero bisestili, a patto che fossero anche multipli di 400 (es. 1600 e 2000 sono bisestile, mentre non lo sono 1700, 1800, 1900 ecc.). In tal modo si stabiliva che ogni 400 anni si avessero soltanto 97 anni bisestili e non più 100, come avveniva nel calendario giuliano, recuperando così lo scarto di minuti che veniva si accumulava negli anni.
A fidarsi dei calendari!
Pietro Simone Canale
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