Cultures and Religions

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Tuesday, April 19, 2011

IL SACRIFICIO DELLA DONNA TZOTZIL

Il custode della chiesa mi sta aspettando sull'uscio della porta centrale della chiesa. I suoi occhi sembrano arrossati, forse per i tanti bicchieri di "pox" (una bevanda alcolica che si ricava dalla canna da zucchero) che ha bevuto mentre mi aspettava, ma mi sorride, e cortesemente, dopo aver pagato il biglietto d'ingresso mi invita a varcare la soglia. E' la prima volta che sto pagando per entrare in un edificio religioso, ma Miguel, il custode, insiste sul fatto che sara' per me un' esperienza unica.

Lascio alle spalle il piccolo villaggio di San Juan Chamula, e rivolgo il mio sguardo a quel luogo macabro, che si tiene in luce per via delle mille candele accese fissate sul pavimento. C'e' caldo li dentro. un calore insopportabile. Cerco di fare i primi passi evitando le candele poggiate a terra, tra il fumo d' incenso e il mormorio di alcune voci che fanno eco dentro la piccola chiesa! Alzo lo sguardo verso l'alto, e solo in questo momento mi accorgo che le statue situate nelle cappelle ai lati della chiesa indossano vestiti reali, con varie stoffe, ornamenti, e capelli veri, mentre ai loro piedi alcune donne maya, in trance, bruciano incenso e recitano litanie incomprensibili.

Alcuni santi sembrano mutilati. A qualcuno di loro manca qualche braccio, mentre altri hanno il viso scheggiato. Miguel, il custode, mi spiega che si tratta di una punizione inflitta dalle donne maya ai santi, per non aver dato ascolto alle loro preghiere. Il pavimento e' ricoperto di aghi di pino, e la croce sopra l'altare non mostra un Cristo crocifisso, ma una corona di mais. Una donna Tzotzil (gruppo etnico del Chiapas) richiama la mia attenzione. L'atmosfera e' serena, nonstante sia scosso dall'agitazione. Non c'e' altra gente dentro la chiesa, solo me ed alcune donne Tzotzil. La donna che sto osservando sta riportando alla luce una pratica vecchia da secoli. Mi chiedo dove siano tutti gli uomini, ma mentre la mia mente spazia tra ipotesi remote, la donna inizia il suo rito religioso.

Sistema diverse candele attorno al luogo dove sta seduta, candele di diversi colori. Dopo aver acceso l'incenso la donna inizia a recitare alcuni salmi in lingua Tzotzil. Rimango incredulo al pensare come le credenze maya abbiano resistito, nonostante i conquistatori europei abbiano fatto del loro meglio per eliminarne ogni traccia delle civilta' mesoamericane. Stavo osservando un nuovo culto, dove ideologia maya e cristiana si intrecciavano in un meraviglioso sincretismo. il mio sguardo torna un'altra volta sulla donna, che intanto aveva gia' deposto le sue candele a terra, e si preparava a tirare fuori dalla borsa alcune uova e una gallina. Con la sua mano destra avvicino' verso se stessa una giovane donna Tzotzil, e passando l'uovo attorno alla giovane, secondo alcuni movimenti spontanei, continuava a recitare le sue preghiere. Gli spiriti maligni avrebbero abbandonato il corpo della giovane donna attraverso l'uovo, che poi sarebbe stato schiacciato al suolo per evitarne agli spiriti il loro il ritorno. Stavo assistendo ad un rito maya, e solo adesso cominciavo a capire perche' sulla croce non c'era un Cristo, ma una coronoa di mais. Il mais e' una pianta molto importante per i Maya.

Il Popol Vuh, la "Bibbia Maya", racconta infatti di come i primi uomini fossero stati creati appunto dal mais. Che spettacolo suggestivo. La gente Tzotzil e' riuscita a mantenere finora la proprie credenze, nonostante per diversi secoli le loro terre sono state confiscate, la loro religione derisa, i testi sacri e scritture di ogni genere messi al rogo per opera di qualche vescovo o cardinale scalmanato dell' Occidente che in nome di Dio massacrava povera gente considerata selvaggia (vedi Vescovo Diego De Landa), i loro uomini costretti a lavorare come schiavi nelle fabbriche di henequen dello Yucatan, e chissa' quante altre sofferenze hanno subito negli anni, considerando che la rivolta degli Zapatisti nel Chiapas non ha avuto il fine che i Maya ben speravano. La donna intanto continua il suo rito di purificazione sacrificando la gallina innanzi al santo in segno di gratitudine. Il sacrificio per i Maya e' rimasto un punto fondamentale delle loro pratiche religiose. Miguel continua a spiegarmi che ancora oggi i Maya osservano pratiche religiose abbastanza antiche, come per esempio quella di infliggersi alcuni tagli alle braccia e bruciare il sangue che ne fuoriesce. Riesco a dare ancora qualche sguardo in giro, prima di tornare fuori dalla chiesa, cerco di fissare negli occhi quel ricordo di un mondo sconosciuto, quell'atmosfera magnifica di un' incontro irreale, quegli odori unici. Esco dalla chiesa e vengo abbagliato dalla luce del sole, in questa caldissima gionata messicana, e prima ancora di riacquistare una perfetta visibilita', vengo assalito da una decina di bambini che cercano di vendermi qualcosa, o chiedono soltanto qualche soldo.

 I miei pensieri rimangono fissi a quelle donne Tzotzil, che con le loro pratiche religiose mi avevano trasportato lontano nel tempo, quando la liberta' del rispetto per i loro dei, indulgendo ai desideri delle loro anime, regnava spensierata in questa parte del mondo!

2 comments:

  1. Ciao anch'io sono stato da poco a San Juan Chamula, hai descritto in modo interessante le antiche pratiche maya ma ti garantisco che è solo una parte di quello che succede in quelle zone.Hai visto la parte turistica. Prova a informarti di quello che succede agli evangelici.

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  2. Grazie per il commento Alessandro. Anch io sono stato in altri luoghi, e mi sono addentrato in altri piccoli villaggi. Molte pratiche maya restano ancora intatte, soprattutto in Guatemala. Pero' e' molto difficile spiegarlo a chi non c e' mai stato! Molta gente dopo aver letto quest articolo pensa che sono andato a visitare degli stregoni ( ti lascio capire l ignoranza di non conoscere o riconoscere altre culture estranee alla tua), quindi non e' facile poter spiegare tutto. Grazie per aver visitato il mio blog.

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