Cultures and Religions

Ogni Cultura possiede le proprie norme per cio' che sia socialmente accettabile

Tuesday, July 30, 2013

SULL" ESISTENZA DEI GIGANTI



Ne sono stati scoperti tantissimi, ne parlano i testi sacri delle religioni piu' conosciute al mondo e non, ne sentiamo parlare sui giornali a volte, e nei documentari. Vengono descritti come semplici esseri umani, alti, molto piu' alti di noi, e con una forza estremamente incredibile. Fiction o realta'? E se sono realmente esistiti, sarebbero stati loro a mettere in piedi queste strutture megalitiche presenti in varie parti del nostro pianeta? Ci sono casi veramente esemplari, come qui ad Ake (Messico), a Carnac (Francia), a Cuzco (Peru), a Pumapunku ( Bolivia), Stonehenge (Inghilterra), Coddu Vecchiu (Italia),  solo per citarne alcuni, dove e' davvero molto difficile dare spiegazioni a quello che si osserva quando si e' in questi siti. Potrebbero essere stati davvero loro i responsabili di queste strutture che oggi noi definiamo "megalitiche"? 

Nella Genesi (Genesi 6:1-8) si legge:
« 1 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2 i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3 Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni». 4 C'erano sulla terra i Giganti (Nephilim) a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi. 5 Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. 6 E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7 Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti». 8 Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. »
(Genesi 6:1-8, versione CEI-Gerusalemme)

Piu' di 200 ritrovamenti sono stati effettuati negli ultimi decenni, ma le notizie non vengono diffuse sui giornali. Per quale motivo? Potrebbero questi ritrovamenti alterare drasticamente le teorie dell'evoluzione umana?
Negli stati uniti sono stati ritrovati corpi di giganti ( la tribu' Nativo Americana dei Paiutes, li descrive come uomini altissimi, che molti anni fa, si trovavano sulla terra a combattere contro i loro antenati) alti tra i 3 ed i 4 metri circa, e cosi' come gli uomini, avevano diverse caratteristiche fisiche.
Gli studiosi del Beloit College, in Wisconsin, nel 1912 fecero un ritrovamento misterioso. un archeologo scriveva nel suo diario: " Non riesco a crederci. Dozzine e dozzine di corpi stanno venendo fuori. E sotto queste colline qui attorno, ne troveremo molti ancora". Subito ne venne fuori un articolo sul New York Times, che venne ripubblicato anche dallo Smithsonian Museum di Washington.

Se i giganti sono realmente esistiti, perche non se ne parla nei libri di storia? Possibilmente i giganti rappresentano una specie come i Neandertal, che purtroppo si sono estinti per diverse cause. Perche' se ci sono stati diversi ritrovamenti continuiamo a pensare che questi siano solo frutto della nostra immaginazione? Molte teorie odierne sono state respinte dalla scienza, forse perche' accettare i giganti nell'evoluzione dell'uomo, o solamente ipotecarne una relazione genetica, potrebbe essere molto pericoloso.

Questo parco nel Wisconsin, chiamato Fort Aztalan, e' un centro
cerimoniale risalente al XIII secolo. I resti di alcuni giganti
sono in mostra tuttora. La Principessa di Aztalan (nella foto in alto)
ne e' la prova. 

Thursday, April 4, 2013

Reconstructing the life of the "Australopithecus Afarensis"




We have seen a few images (as this one on your right, credits to Nova Online - www.psb.org ) of the reconstructed lives of the "Australopithecus Afarensis" and other human precursors, seem at the same time both realistic and informative, in which we can observe different elements that capture the observer attention. We are going to analyze just a few elements or aspects of them : 1) walking upright position, 2) tools usage, 3) and carrying food and infants.



Those three elements, that in certain ways are connected one to another, may have shaped drastically life of humans precursors. Bipedalism of course, is the most important factor represented in this image, because it gives a reason of how this may have been an advantage for early hominids that allowed them to free their hands, carry food and children, and subsequently after necessity arose, usage of tools. Some other hypothesis on how bipedalism started can be connected to climate change and environmental adaptation. Our ancestors are always depicted leaving an area not suitable anymore for living, and that is where the first footprints of bipedalism were discovered. Two adults and a child, probably a family, leaving the area known as Laetoli, in Tanzania, leaving behind them an unforgettable sign of their existence. Their footprints still remain today. They were discovered by Mary Leakey, in 1978.

Tools usage must have been essential in different ways, as for example self defense from predators (trowing stones to predators), or simply for acquiring food (picture on the right, by pfctiranny.com). Carrying food is a result also of bipedalism, which helped early hominids to provide themselves with more food sources.





Several aspects may also seem unnatural, like for example evolution of bipedalism through water
courses or ceremonial rituals of first hominids. Some researchers advanced this hypothesis, even though it seem clear that in order to cross a river, apes today tend to do it only with their feet. Even ceremonials and rituals are unknown at this point of time. Some early humans are represented in pictures burning mate corpses, after their death. It makes sense if we consider that humans may have started ceremonial rituals after realizing that dead bodies were only considerable food sources for vultures and hyenas (left picture taken from history.com)

We cannot really tell what happened during this period of time, but by showing some hypothetical and unrealistic (we cannot really know) events, we make ourselves different questions that lead us to different interpretations.



Tuesday, March 12, 2013

Libri e biblioteche: testimonianza per la legalità?



Care Amiche e cari Amici,

siamo lieti di invitarVi all'evento organizzato dall'associazione Librido - Laboratorio di Studi e Servizi Culturali in collaborazione con l'Officina di Studi Medievali e l'Università degli Studi di Palermo dal titolo

Libri e biblioteche: testimonianza per la legalità?

che si svolge il 22 marzo p.v. a partire dalle ore 15.30 presso l'aula Cocchiara della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Palermo.
Per i dettagli e per maggiori informazioni si rimanda alla locandina in allegato.
Cordiali saluti.

Il Presidente
Vincenzo Bagnera



Thursday, November 1, 2012

Cartesio alla corte dei Mogul...

«Rifugiamoci nei piaceri della filosofia mentre intorno a noi infuriano i conflitti, Bernier» mi disse con un sorriso che non riusciva a dissimulare la tensione degli ultimi quattro mesi. «Rimarremo qui a Delhi anziché raggiungere la corte ad Agra. E voi mi svelerete i misteri del pensiero di Cartesio, e soprattutto la quarta parte del suo Discorso sul metodo. Ancora non capisco perché la frase: 'Penso, dunque sono' sia il principio fondamentale della sua filosofia, né per quale motivo egli la definisca una verità 'così ferma e sicura, che tutte le supposizioni più stravaganti degli scettici non avrebbero potuto smuoverla'. A me sembra la dichiarazione di fede di un credente, e non la conclusione ragionata di un filosofo». [Sudhir Kakar, Il trono cremisi, Neri Pozza, Vicenza 2011, p. 243]


Cartesio alla corte dei Mogul...

«Rifugiamoci nei piaceri della filosofia mentre intorno a noi infuriano i conflitti, Bernier» mi disse con un sorriso che non riusciva a dissimulare la tensione degli ultimi quattro mesi. «Rimarremo qui a Delhi anziché raggiungere la corte ad Agra. E voi mi svelerete i misteri del pensiero di Cartesio, e soprattutto la quarta parte del suo Discorso sul metodo. Ancora non capisco perché la frase: 'Penso, dunque sono' sia il principio fondamentale della sua filosofia, né per quale motivo egli la definisca una verità 'così ferma e sicura, che tutte le supposizioni più stravaganti degli scettici non avrebbero potuto smuoverla'. A me sembra la dichiarazione di fede di un credente, e non la conclusione ragionata di un filosofo». [Sudhir Kakar, Il trono cremisi, Neri Pozza, Vicenza 2011, p. 243]